mercoledì 26 dicembre 2012

...ciao B.


...quest'anno non ti ho scritto, 
non avrei saputo cosa chiederti 
o forse pensavo che non ci fosse spazio per i miei desideri sulla tua slitta.

e poi dubitavo del fatto che tu avessi perso il mio indirizzo 
o forse sono io che avevo perso il tuo.
nonostante ciò...è arrivato natale. con lo stupore e la magia di sempre.
con quella parte di favola e quella parte di realtà che lo contraddistingue.
è arrivato senza che lo aspettassi...e senza che ci credessi troppo.
è arrivato da solo, senza quasi essere invitato.

è arrivato come un regalo e mi ha portato dei regali.
non c'era più qualcuno...
non c'era chi ha scelto di non esserci, 
e non c'era chi dopo 90 anni una e 85 l'altro ci ha detto ciao piano piano... 
chissà che menu hanno mangiato loro...

io sto diventando adulta e ho capito che la sofferenza e il dolore, piccoli o grandi che siano vanno vissuti fino in fondo, senza nascondere nè le lacrime nè la malinconia.
ho capito che in fondo è una fortuna vivere così, con trasporto e verità ogni situazione, ogni amore e ogni calesse...
ho imparato che io "vivo a orecchio" senza troppe ricette e troppa misura...
forse non so leggere perfettamente lo spartito ma esce una bella musica dalla stanza...
ho riconosciuto la nene di ieri e di oggi, non ho incontrato ancora quella di domani ma penso che mi piacerà se continuerà a sostenere che i baci servono solo se di donano.

ho ritrovato un amico su una panchina,
ho guardato e ammirato la mia famiglia, folle e numerosa,
ho assaporato una birra vecchia e un rhum nuovo,
so cos'è un'emozione e non ne ho paura. perchè dovrei?
c'è chi teme ancora la felicità, io no...
io rido... e se i pesci non chiudono gli occhi nemmeno quando dormono...
io li chiudo ogni notte... per sognare.

...ciao Babbo Natale, grazie di essere passato anche se non ti avevo avvisato. ;-)


domenica 9 dicembre 2012

"la giraffa ha il cuore lontano dai pensieri, si è innamorata ieri e ancora non lo sa"



A volte nella vita di ogni persona cuore e pensiero seguono un percorso diverso, spesso fanno dei giri strani, immensi, e prendono sentieri differenti che li portano ad essere distanti l’uno dall’altro e allora siamo come giraffe “col cuore lontano dai pensieri”.
A volte cuore e pensiero però si rincontrano e provano a guardare il mondo con lo stesso sguardo per farci capire che la strada giusta è una sola ed è dentro se stessi che occorre guardare per trovarla. E quando la troviamo, non importa dove ci condurrà, se sopra la boscaglia o sotto la boscaglia, dobbiamo provare a percorrerla senza paura di cadere, perché ci sarà sempre qualcuno, “un padre, un amore, qualcuno”, che ci aiuterà a rialzarci e magari anche a spiccare un volo.

Spesso l’essenziale è invisibile agli occhi e alla nostra parte razionale, alla ragione che cerca risposte in ogni dove, e qualche volta addirittura certezze, ma col cuore si vede sempre bene, anzi, come sosteneva il Piccolo Principe «non si vede bene che col cuore».
Forse il segreto è solo sforzarsi di ascoltare se stessi e i propri sentimenti, le proprie emozioni, i propri sogni...tutto quello che ci fa sentire vivi, anche i propri dubbi. E’ difficile fidarsi di quello che ci fa ridere e che ci fa piangere, di quello che ci fa sorridere senza motivo o che ci commuove dentro e fuori. E’ difficile fidarsi di quello che ci illumina come un raggio di sole e di quello che si posa delicatamente nella nostra vita come un fiocco di neve e ci rende unici e veri. Però è bello fidarsi di quello che ci suggerisce il cuore. Sarebbe bello se non facesse tanta paura…e allora si preferisce riporre la propria fiducia in quello che ci consiglia la testa.
Il pensiero, tuttavia, talvolta arriva in ritardo proprio là dove il cuore è già arrivato…a volte non arriva mai e in questo caso ci perdiamo davvero qualcosa.

Siamo come giraffe quando per timore di rischiare o di credere in qualcosa, di seguire un percorso non ancora tracciato o perché il casino della vita ci terrorizza un po’, teniamo cuore e pensiero separati e scegliamo in base a quello che ci dice la ragione e non sappiamo leggere dentro le emozioni e dentro di noi. Siamo come giraffe con il collo lungo e da una certa altezza soffriamo di vertigine quando abbiamo paura di metterci in gioco, perché non è facile lanciarsi nella mischia e vivere.
Vivere significa non solo ascoltare il proprio cuore, ma anche tentare di inseguire la felicità, lo stupore, la meraviglia…che ci possono sorprendere in ogni momento nelle piccole e nelle grandi cose. Vivere significa non perdersi d’animo quando la testa ci dice che sono irraggiungibili, ma continuare il viaggio, ovunque ci porti, anche se sarà un luogo sconosciuto dove non tutto sarà chiaro e non a tutto saremo pronti, dove non tutto sarà perfetto come l’avevamo immaginato e dove non saremo perfetti, ma saremo veri: noi, la realtà e i nostri sogni. Forse, nel luogo dove arriveremo seguendo il nostro cuore e inseguendo la felicità sarà pieno di giraffe che ieri si sono innamorate e che ancora non lo sanno e sarebbe stupendo se ci fosse qualcuno, “un padre, un amore, qualcuno”, che le aiutasse a comprendere che non si vede bene che col cuore e che nulla è troppo grande da qualunque altezza lo si guardi.

venerdì 30 novembre 2012

parole crociate per il beppe.

ciao ciao beppuzzo.
te ne sei andato piano, in un giorno d'autunno che volge all'inverno
con il freddo che ancora non entra. 
sei stato il mio nonno "adottivo", per me che i miei nonni non li ho mai incontrati.
mi hai visto nascere e pure crescere.
la nuccia ha scelto per te una cravatta rossa per il tuo ultimo viaggio. le scarpe no,
quelle come dice lei "non ti servono mica".
io camminerò pensandoti sempre in via botta, su una panchina dei giardini,
a spasso col tuo cappello, il tuo bastone e il tuo paltò.
le parole crociate, il corriere al mattino, il caffè in torrefazione,
le barzellette in dialetto, le discussioni di politica,
il bottiglione di vino a pranzo, i racconti di quando milano aveva più poesia,
di quando le foto erano in bianco e nero e c'era il prestinè.
il famoso pranzo non l'abbiamo poi fatto, ma oggi quando hai detto ciao a questo mondo,
io ero nel mio, a stirare tovaglie per la sposa e a ridere con i camerieri.
e ora mi bevo un bicchiere di bianco brindando a te,
all'uomo fiero che sei stato, ai tuoi occhi chiari come quelli di tua figlia,
alla tua voce che litiga con tua moglie. 
al vostro amore semplice che da sempre mi commuove. 
ciao ciao beppuzzo. un bacio sulla guancia.

venerdì 23 novembre 2012

tra tre mesi sono trentatrè.


qualche ricciolo diventa bianco, ma i capricci non perdono colore.
acquistano altre sfumature. nuova forza.
P. ti ha insegnato a gonfiare il materassino, M. ti ha insegnato a mettere il copripiuomone, 
K. ti ha insegnato a stendere le lenzuola.
La mamma ti ha insegnato che cos'è l'Amore:
quello vero, fiero e incondizionato.
Ora poni tu però le condizioni alla tua vita,
con classe e parsimonia come dice D.
perchè il tuo non è coraggio, ma pazzia, come sosteneva F.
... 
i puntini di sospensione danno sfogo a nuovi sogni...
e c'è chi si gode ancora il tuo sorriso,
chi vuole investire in un progetto,
chi ti cammina accanto, vicino o lontano che sia,
perchè condivisione è costruzione,
perchè il caos fa brillare stelle danzanti,
perchè la linea è dritta quando la tracci con la tua piccola tozza mano...
e con chi alla paura da' un nome, per affrontarla.

perchè fai squash e non sei scosciata.
perchè una come me...ce la fa.

e quel 23 febbraio indosserai l'abito della festa e le scarpe col tacco
e dimostrerai ancora una volta al mondo chi sei. un uragano gentile.

 

lunedì 19 novembre 2012

a chi pedala...come me.


Un'amica mi ha scritto questo...
Io lo dedico a me...a lei...a te...a chi aspetta la prossima primavera, per tornare a pedalare. Grazie.



Devi sapere che a volte andando in bici si può cadere, e qualche volta ci si fa male sul serio.
Può succedere per una distrazione, o anche solo per aver sottovalutato i rischi di andare veloce su una strada sterrata.
Può capitare di rompersi le ossa per una caduta, e di ricordarsene per mesi - dopo - ogni volta che cambia il tempo.
Sarebbe meglio che non succedesse, ma può capitare.
Eppure, fallire non è cadere dalla bici,
fallire è rinchiudere la bici in garage, e
rinunciare a prenderla.

Le ossa rotte possono fare male, ma serve un po' di pazienza.
Serve tempo.
Serve riprendere la bici appena esce di nuovo il sole.
Senza correre e facendo ben attenzione alla strada.
Chi ti vuole bene starà sempre a guardarti e a incoraggiarti come si fa al Giro d'Italia!

domenica 14 ottobre 2012

cara nenè...hai vinto.

cara nenè,
bello essere in un teatro pieno di gente,
ad un evento che ricorda quanto è prezioso scrivere e leggere una lettera...
con mittente e destinatario.
quanta emozione, vita e meraviglia può contenere una busta...
quante persone sanno ancora "toccare" scrivendo...

e poi sentire la voce di un attore che intona le tue parole...
e anche la tua lettera sembra più bella e racconta irrimediabilmente di te...e del tuo sogno.

e fa sorridere il tuo nome sullo schermo accanto a "vincitore", l'applauso, e salire su un palco a ricevere un premio.(nella sezione la lettera vien mangiando).
qualcosa di piccolo che rende grande una giornata. 
un pezzo unico, di cui non hai nemmeno la copia.
hai vinto nenè. oggi è così.


venerdì 28 settembre 2012

28 settembre.

2009...mangiavo l'irish breakfast,
il bouquet arancio,
la canzone del babbo,
il cielo d'irlanda,
la foto con l'ambulanza,
il sostegno della piccola hobbit,
l'of course di m.
...lo stupore e l'emozione,
il primo matrimonio che ho organizzato. 
la presenza di tutti.
le risate che mi hanno salvato.
lo scorcio di mare e il roseto.
qualcosa di blu.




...2010...
il primo messaggio di k.
la sveglia all'alba di una milano d'autunno per il catering,
le lacrime sul cuscino e il caffè da sola,
le cose che non ti aspetti. l'arcobaleno.
qualcosa di nuovo.

...2011...
una casa per due.
una cucina da condividere.
i pesci e le vacanze appese alle pareti.
i ricordi leggeri e qualcosa di nostro. la meraviglia della quotidianità.
la ferrovia che fa rumore come i progetti con k.
qualcosa di regalato.

...2012...
il peso delle scelte.
tirati su...
sorridere e non fermarsi...voltarsi ad ogni moto che passa sperando di riconoscere lui.
gli amici che sanno chi sei... e ti allungano un bicchiere di vino e un fazzoletto.
qualcosa di prestato.

rifarei tutto.
forse meglio. sempre alla nenè. (un po' meno impulsiva ed euforica si spera).
mi porto dentro tutto. mi vivo tutto.
e quel qualcosa di vecchio me lo tengo stretto come fosse la coperta di linus,
come il profumo del risotto giallo della nonna piera 
e quello della pasta alle melanzane della nonna pia.

una persona molto speciale mi ha scritto queste parole...
spero che non si offenda se le riporto qui.

"C'è sempre un pezzo di cuore che ha ancora 15 anni e ama in modo forsennato e irragionevole. ed è bello. però bisogna fare i conti con una vita che i 15 anni li ha passati da un po' (non molto ma un po'), e che forse ha bisogno di una felicità stabile e matura (un po' pallosa forse, ma continuata ed uguale). Bella la mia nenina tra frigoriferi, tulle, fiocchi, e qualche bicchiere in più che non sta mai male. lo so che tanto sei sempre sorridente, che un sorriso non l'hai mai negato a nessuno. siamo cresciute forti. braccia a prova di abbraccio d'addio, occhi a prova di film strappalacrime, labbra a prova di primo bacio tremante, stretta di mano a prova di super manager. ti ammiro perchè ami forte. sempre. senza paura.
tirati su, lo sappiamo che lo sai fare. e ridiamocela, viviamocela questa vita che ci ha dato un sacco di cose belle, tanti amici ed un lavoro frenetico, stressante e divertente.
Basta giustificare quelli che si devono ritrovare, che sono indecisi, che sbagliano strada, che non sanno dove andare. a  te l'ha insegnato qualcuno dove andare e cosa fare? qualcuno ha mai scelto per te? qualcuno ti ha mai aspettato mentre meditavi sui massimi sistemi e avevi bisogno di ritrovarti? no cavolo! tu hai scelto e portato avanti le tue scelte! nel bene e nel male.
fanculo tutti. tu hai un sorriso troppo bello per smettere di usarlo."


e come mi hai detto tu anni fa,  ziacì...
i treni hanno sempre il sapore e l'odore di qualcosa che cambia.
o forse è solo la vita che passa.
speriamo non ci porti mai troppo lontano da noi.

domenica 2 settembre 2012

dal quaderno in corsica di nenè 2011 (tredicesimo giorno)

petit dejeneur a buffet. tu che mi prendi in giro e un ragazzo con la maglietta di emergency che fa sempre "casa" per me. la moto carica e la n196 direzione sartene (o sartè in corso). la strada sale e scende tra pascoli e foreste. il mio corpo si inclina seguendo il tuo (o almeno provandoci). caffè in vecchio bar a olmetta, appollaiata sopra il golfo di propriano. i ritratti di una volta, le indicazioni per i sentieri di trekking. avvistiamo sartene, definita la più corsa delle città corse, regina della valllata che vede persino il mare laggiù. l'hotel des roches è affacciato ad ammirare le montagne dell'alta rocca alle sue spalle. sartene è scalini, case di pietra grigia e persiane bianche, botteghe di souvenir e prodotti della regione, la piazza coi caffè e i turisti e la sera i bambini che calciano un pallone. prendiamo una route provinciale verso st.lucie de tallaro risalendo il rizzanese. tante farme che vendono in brocciu, la lancetta della velocità che supera facilmente i 100 km/h. minuscolo verre di pietra (birra alle castagne) nella piazzetta del paese. sul muro della bottega dell'olio i manifesti con le spiegazioni su ogni aromatizzazione e tipologia. andiamo ad "erudirci" all'antico frantoio con mulino e a degustare l'olio che si produce qui. sosta sul fiume al ponte del 1200 e poi cena sulle terrazze de le jardin de l'echauguette, lampade accese, soup corse avec l'os de jambon criu e terrine au myrte. polenta e fiadone. (e la cameriera con il seno prosperoso). un bicchiere di muscat animata dalla gente del posro. la luna è alta e rischiara troppo il cielo, le stelle ci sono ma non cadono anche se è san. lorenzo. allora mi accontento di addormentarmi accanto al mio desiderio avverato. tu.

september rain.


settembre. l'aria che si rinfresca.
sole e pioggia che giocano a rincorrersi.
i racconti e gli incontri d'agosto,
le nuove strade da tracciare, 
il torcicollo che impedisce di voltarsi indietro,
la piccola torre sulla ferrovia
che è ferma anche quando tu sei in movimento. 
i moti della terra e quelli del cuore...
il vento che arriva dal mare...e chissà quando smetterà di soffiare...

sabato 1 settembre 2012

dal quaderno in corsica di nenè 2011 (dodicesimo giorno)

caffè, caffè, caffè...la tua voce mi sveglia così.
prima risata del giorno. e poi a piedi sul lungomare, tra le palme, i palazzi del quartiere degli stranieri, i negozi in cui curiosare, il camminare mano nella mano senza dirsi nulla eppure dicendosi tutto. sperimento u finucchiettu, tarallo durissimo e poi un ragazzino che fa salti e piroette col monopattino attrae la nostra attenzione.
pranzo al ristorante stellato, ma la stella se la merita solo il mare anche oggi, regala la vista e l'emozione migliore. il tuo 150 cavalli ci conduce in velocità (tieniti forte nenè che qui si vola...) dall'altra parte del golfo al di là di porticcio tra la plage di agosta e isolella.
è vento e burrasca contro gli scogli levigati e la sabbia grossolana.
 meravigliosa creatura, il mare.
anche quando è arrabbiato, ride e spruzza e fa le giravolte e gli inchini. l'onda arriva lunga a bagnarci le scarpe. c'è chi pesca nella baia calma e chi domina dall'isolotto. i motoscafi in lontananza saltano nel blu, la prua viene quasi inghiottita. aperitivo birroso di fronte allo scenario delmaestrale e cena nella via sotto l'albergo al ristorante de france. due italiani sono seduti accanto a noi e tu ti limiti a fare le mie buffe imitazioni. abbracciati guardiamo un programma di chef sulla tv francese. vincono un 18enne e una 21enne e io immagino te e quando ti consegneranno il tuo premio. sarebbe fantastico esserci quel giorno e leggere l'emozione imbarazzata del tuo sorriso. intanto grazie per qui ed ora.

lunedì 30 luglio 2012

dal quaderno in corsica di nenè 2011 (undicesimo giorno)


i negozi aprono la cler, il traffico è già congestionato, le persiane della camera socchiuse. tu dormi, io esco a scoprire la città. i palazzi coi muri colorati, la cappella imperiale, il profumo delle boulangerie, i gabbiani che svolazzano. aria e due ruote (oggi nemmeno il giubbino) per la spiaggia di capo di feno. in un'ansa al di là del golfo, ci si accede attraverso uno sterrato. l'acqua è turchese, il vento la increspa, ai lati pini marittimi e la poseidonia. ci si rilassa tra bagni, siesta sui parei, partite a scopa e il quadernino delle vacanze...
ritornando in città sosta alla pompa di benzina dove tu lavi il 750. ora lei docciata e insaponata è ancora più bella. due bicchieri di vino (rouge e blanc), visita alla maison du corail e cena all'estaminet. 
il resto non si scrive. si sorride e basta. a ricordarlo.

da quaderno delle vacanze in corsica di nenè 2011 (decimo giorno)


ti svegli così come ti sei addormentato e, quando la mia testolina arruffata sbuca fuori dal lenzuolo, vieni a darmi la prima cosa bella: il bacio del buongiorno. 
armiamo di bagagli la suzuki e riprendiamo la strada. salutiamo gli eucalipti e mentre io mi koalizzo riscendiamo verso ajaccio. la capitale. il paesaggio è boschi e pascoli e costa di spiagge e calette e mediterraneo alla mia destra. caffè nel golfo di sagone e poi la città di mare ci attende. ci sono gli odori, i colori, la vivacità confusionaria di tutti i porti del sud. è domenica, le serrande sono abbassate e c'è più silenzio nei vicoli. birretta e bancarelle del mercato, anche le murene tra il ghiaccio del pescinvedolo, in vendita. panino da inde zezè in rue forcioli conti e poi giro sul molo tra yacht, barche a remi dei pescatori e vele internazionali. visita alla casa natale di napoleaone con storia e cimeli, davanti un piccolo giardino con un cactus centenario e delle piante tossiche dai bellissimi fiori a campanula. la cittadella militare affacciata sul mare, limpido anche qui in centro, ha al suo interno due asinelli e una capra che brucano. all'hotel kallistè ci prepariamo per la sera (...). la moto costeggia le plage affollate, la parcheggiamo alla fine della strada. alle isole sanguinarie si arriva a piedi. fascino unico. cormorani neri, radura di specie vegetali strane e nuove, il verde intenso che scende fino all'acqua, le scogliere che ricordano il nord e l'oceano, il sentiero che s'inerpica fino alla torre genovese abbandonata. oltre ci sono le isole, col faro e il lazzaretto.
la libertà è una senzazione senza virgole nè punti interrogativi.
è il calare del sole riflesso sui tuoi occhiali,
è la tua mano che mi aiuta ad ogni gradino,
è questa sera d'agosto a guardare l'occidente con il disco infuocato che va a dormire oltre la cortina di foschia dell'orizzonte. 
sono le nostre due birre sul tavolino di fronte a questo spettacolo.
strisce di nuvole rosa da una parte del golfo, strisce di nuvole arancio dall'altra, come se qualcuno lassù si fosse divertito a giocare coi pastelli a cera.
cena da Mamma, sotto un arco in un vicolo pedonale, nell sala rustica tra un camino e le bottiglie impolverate. l'edera entra dalla finestra chiusa.
sotto un enorme ficus all'esterno sorseggiamo un liquore al mirto e un eau de vie...due passi fino alle barche da un milione di dollari che si dondolano nel porticciolo e poi...notte amore. 

domenica 29 luglio 2012

dal quaderno in corsica di nenè 2011 (nono giorno)

la stramare accende i motori e ci porta al largo, tu sul molo fumi una sigaretta e io ti vorrei dirti grazie per questo gesto d'amore...barca e gita. girolata è un piccolo paesino accessibile solo via mare o dopo una lunga camminata. ha la sua torre genovese di rito, le chiatte dei pescatori, e qualche casetta sul sentiero. ci sono le agavi e le tartarughe nel ruscello, la bottega dei dolci e dei canistrelli e sonagli di pesci di legno appesi. la nostra piccola nave suona e si riparte verso la riserva naturale di scandola. le rocce di origine vulcanica che hanno visto passare secoli di vento, conquiste, popoli e navigatori, il colore intenso del mediterraneo, le conchiglie e le alghe incastonate, dei pesci argentei che nuotano quasi in superficie. avrei voglia di raggiungerli, ma mi accontento degli spruzzi salati e dell'aria tra i riccioli che si stanno schiarendo. mi siedo a prua a godermi tutto. la stramare ci riporta a porto.
scaliamo la torre, non prima di aver salutato anemoni, polpi, cicale ed enormi cernie e lunghe murene nell'acquario. sul viottolo ci sono piante di fichi d'india su cui qualcuno ha inciso le proprie iniziali o messaggi d'amore. dall'alto dominiamo tutto e ci concediamo il bacio degli esploratori. io mi siedo sui sassi a scrivere, tu mi raggiungi cantando. c'è chi si arrampica e chi sembra uscito dal circo bulgaro, le bimbe coi braccioli e le mamme con le creme solari.
una foto sul balconcino vista mare e poi controluce mentre le tinte del tramonto inondano il cielo, i fasci di nuvole, le sfumature della sera. la luna illuminata fa capolino dalle calanche e io mi sento bella accanto a te.
mentre il tuo respiro ha già chiuso gli occhi ascolto bella ciao in corso che sale dalla piazza con sottofondo di chitarra...una musica dolce che fa danzare le stelle.

dal quaderno delle vacanze di nenè in corsica estate 2011 (ottavo giorno)

pain au chocolat per te, chausson au pommes per me.
il tuo destriero ci condurrà alle calanche di piana, patrimonio dell'unesco. pantaloncini corti e raggi di sole del mattino. rocce a strapiombo dalle forme strane e poi tratti di fitta boscaglia, ripidi dirupi dai colori caldi. sotto il mare blu intenso.
la vista è spettacolare. la strada si muove sinuosa dopo il paesino di piana coi caffè, la chiesa e le case abbarbicate a guardare l'orizzonte. si scende verso capo rosso, sembra un circuito fatto per farti divertire, ma io nn sono ancora brava a spostare il corpo come fai tu. qui è fatica, ma anche meraviglia a godersi questo tratto selvaggio di mondo. laggiù la spiaggia di arone dove il vento scombina onde e sabbia. davide e antonella sono già stesi sui loro asciugamani arancioni. noi bagno, tuffi dalle tue spalle, rincorrersi e riprendersi come quando ero bimba e lo facevo con mio fratello. tu mi proponi la costruzione di un castello di sabbia. fossato, torri fortificate e mura di cinta...mio caro principe ingegnere architetto chef...vedrai che di progetti con solide e vincenti fondamenta ne realizzeremo molti. scarpine da scoglio e poi ci inoltriamo tra le piante grasse e l'erica lilla a scoprire gli anfratti. dei ragazzi provano piroette sull'acqua da qualche metro più in su. rimontiamo in sella e ci fermiamo per scatti d'autore nei punti panoramici.
sulla terrazza magnifica di les roches blue una pietra e una serena...il mio sguardo si riempie di te e del mare e si sente felice. scherziamo col proprietario sulla vendita di questa brasserie...sarebbe bello renderlo un ristorante stellato. chiave del 23 col meccanico tutta panza di porto per assettare il tuo bolide e poi cena alla tour genovese con antonella e davide e bicchiere di mirto tra le luci soffuse dell'oasis sulla spiaggia.
salutiamo gli amici e ci addormentiamo come due innamorati...ognuno con il proprio segreto.