mercoledì 30 dicembre 2009

Buon 2010 babbo natale...

caro Babbo Natale,
ti ho sempre scritto prima di natale per chiederti qualcosa...magari un pacchetto col fiocco, da trovare sotto l'albero.
quest'anno è una lettera diversa. per dirti grazie.
grazie perchè è arrivata la neve qualche giorno prima...ha reso magica e silente la città...ho messo i mon boots come quando ero piccola e ho immerso i piedini in quel soffice e bianco zucchero filato...ho camminato lungo la circonvallazione, prima con un amico, poi da sola.
grazie perchè la mia emergency mi ha aspettato per il brindisi e ha mangiato i miei baci di dama...ci sono ancora circoli e cerchi e circonferenze...a rendere il passato presente e futuro.
grazie perchè chi ho lasciato ho ritrovato...anche dopo anni...non importano i km che mi hanno portato lontano...se li sai fare anche per ritornare.
grazie perchè con la mamma siamo andate a prendere il pino argenteo...
grazie perchè lui è atterrato alla vigilia...e quando ho visto il suo sorriso ho pensato a tutte le possibili frasi d'amore dei poeti...ho pensato a quegli attimi che i tuoi occhi non cancellano...ho pensato che era proprio natale.
grazie perchè c'è stato l'abbraccio con la nuccia che gli ha anche fatto promettere di farmi felice.
grazie perchè l'ho guidato per milano con la mia citroen saxò blu.
grazie perchè per la prima volta ho dormito con mio marito in mansarda e lui ha acceso il camino...ed è scesa la notte.
grazie perchè alex si è alzato prima dell'alba per controllare se eri passato.
grazie perchè non hai fatto rumore.
grazie per le vetrate del duomo, per il tram arancione, per il caffè da cova, per il panzerotto da luini, per i ciotoli di brera, per il winterstore, per la pioggia su via dante, per il panettone di garbagnati, per il 16 che lascia in via bergamo, per il mio totò anche senza colbacco.
grazie per il suo sguardo puro e per la sua mano che prende la mia, per quella fede con il mio nome sul suo anulare, per i suoi bacini sul mio naso freddo.
grazie per una cena per due in via solferino, per le luci sui monumenti, per il castello che sbarluccica, per le colonne che si tingono di blu, per il kebap di ticinese dopo l'alcool, per il prosecco da peck come da tradizione.
grazie per il pranzo e i parenti che mi hanno accolto e l'hanno accolto e per la sua voglia di esserci e di essere un yermeche diventato un po' voltolini e un po' minella, per le famiglie che si allargano, si mescolano, si intersecano.
grazie per via botta e per i nipoti, i cugini, gli zii, per la briscola chiamata che gli hanno insegnato e per coucou che ha imparato, per i marron glacè che il babbo ha portato e per la risata forte di ognuno di loro, di voi, di noi.
grazie per il cielo terso e le montagne che si vedono da rosa luxembourg, per la sua telecamera che coglie l'emozione di un bimbo, per chi ha soffiato le candeline, per chi ha alzato dei calici, per chi ha scritto il suo nome su un biglietto di auguri.
grazie per chi gli ha detto resta e per chi gli ha detto torna, per i suoi regali e per il suo"mio amore".
grazie per un libro col fiocco e perchè ci saranno altri fiocchi di neve quest'inverno...che ha da passare e passerà...
grazie perchè i sogni scacciano il magone.

all'anno prossimo...e buon 2010 a te e a chi ti ama.


sabato 31 ottobre 2009

zucca, carrozza e donzella.

E' autunno. tempo di castagne. il colore dominante è arancio.
sabato sera, è halloween.
classico pub irlandese Kehoe's, in centro a dublin, con la moquette e le botti di birra.
fuori c'è la luna, dentro ci sei tu.
la carrozza non è pronta, la tua zucca è buona per la zuppa.
ti sei scelta così, ed è una gran cosa.
l'hai scelto, senza garanzia e con la confezione difettata. perchè arriva da un paese extracomunitario.
lo sapevi già, ma non sempre quando capisci o conosci qualcosa, smette di farti male.
lo aspetterai, perchè l'amore è anche questo.
perchè lui deve trovarsi una vita...da offrire a te, la donna della sua vita.
intanto tu farai la tua di strada...
e chissà quante meraviglie ai bordi della via, o sul sentiero.
la classe gialla è distante e elisabetta ti guarda da lassù...
ti ha scritto la sua lettera di auguri per le tue nozze, ti ha lasciato le cene con li gnocchi e la festa de remigini.
emergency ha cambiato indirizzo e la tere di guarda da lassù...
ti ha detto buona fortuna e ti è venuta a vedere quando sei nata.
ora ci sei tu, signora yermeche 10 e lode (come direbbe la depri).
c'è chi ti invita a sederti per un bicchiere di rosso nel tuo ristorante,
c'è chi parte e chi sta...
tu brilla nenè, fallo per te, e per chi del tuo brillare sarà fiero.
fallo per sharon, che culla mia,
fallo per lucie, che torna a casa,
fallo per nico, che P.D. vincerà tutto e anche di più,
fallo per tuo fratello che si commuove a tavola,
fallo per dan, che magari spillerà pinte anche in canada,
fallo per sara e andrea che si sposano il 26,
fallo per tuo marito...che ha bisogno che lo aspetti...
e che ti messaggia dall'altro lato della strada:
PS. je t'aime meme si je te le dis pas.

giovedì 1 ottobre 2009

la mia storia. con un anello al dito. OF COURSE.

ore 7.20 la fede a bassa voce dice alla ste, già sveglia anche lei, che vuole un caffè, si chiedono che ora è, confabulano sul da farsi. io con gli occhi ancora chiusi, dopo che mannaggia a loro mi hanno svegliato, dico loro che possono farsi il caffè anche in camera. no scendono giù così fumano anche. io torno a dormire...poco poco.

cominciano i telefoni a squillare. finisco di scrivere dei bigliettini per il dopo... scendo in camicia da notte a fare colazione con gli altri ore 9.20. sana e salutare IRISH breakfast che come dice la simpatica patricia (proprietaria del B&B)...che poi non mangiate fino alle 4... e così vai di uova, salsicce, bacon, succo di frutta, caffè, pane tostato con burro e marmellata, yoghurt e tortino fritto di patate, pomodori... lo digerirò???????

salgo in camera. sono stranamente calma e serena. doccia e inizio la vestizione. rido, scherzo, mi faccio fotografare, passa la mamma, passa mio bro, tutti vanno e vengono. io sono ancora in mutande ma ce la farò. intanto coordino orari, macchine, bus e treni...tutti devono arrivare in tempo. piccolo inghippo con il bouquet, doveva essere da un fiorista invece dobbiamo andare a prenderlo in un altro. no problem ce la faremo. mamma generalessa stai tranquilla. ce la facciamo.

ore 12.45 si parte. io in macchina con stefino (il mio autista), lucie la mia sister della repubblica ceca, cristiano, la mia guardia del corpo e spalla dell'autista. fiori ovunque...sorrisi ovunque. la strada è libera, le nuvole basse...ma a wicklow paesino a sud di dublino sul mare. c'è il sole. passiamo a lasciare le torte nel posto dove faremo il brindisi. bello.

per poco non becco lo sposo...sulla via nessuno controllava. mi nascondo...lo sollecitano a salire dove ci sposeremo. arrivano tutti. il cielo è vestito d'azzurro, la nene vestita di bianco. tutti cantano la marcia nuziale, il babbo in doppio petto mi prende sottobraccio. entro prima in uno stanzino a firmare delle carte e vedo LUI. emozionato. mi bacia. mi dice che sono bellissima.

saliamo....dietro di noi tutti nella saletta della cerimonia ci stiamo tutti. sembra una conferenza stampa. io, makhlouf alla mia sinistra, mio fratello alla mia destra, salim il testimone di makhlouf alla sua sinistra. il mare si intravede dalla finestra. intorno tutti: mamma, babbo, carlo, marina, alex, maurizio, lucie, anita, nabil, farid, marco, chiara, sara, andrea, sergio, rita, nico, roberto, betta, stefino, stefano, alice, gabriele, davide, kati, tapio, federica, stefania, cristiano, i genitori della betta...

la cerimonia è stata buffa. ho riso tanto e makhlouf invece di dire YES ha detto of course e ha fatto ridere tutti. c'erano gli anelli, c'era tanto amore. c'era la tipa che ci ha sposato che era buffa anche lei ovviamente. e che è quella che ha seguito tutta la nostra vicenda. siamo usciti, abbiamo preso la rincorsa...e il riso (come si usa nei matrimoni veri) ci ha investito. foto di rito sul prato dell'ospedale (si ci siamo sposati dentro un'ospedale)...e poi macchine varie verso il tinakilly.

country house vittoriana dove abbiamo festeggiato. sono salita a piedi nudi sull'erba dal cancello alla villa. foto, ospiti, chiacchere e poi mangiato (sandwich, formaggi e frutta, patate arrostite, chicken goujons e salmon goujons) e brindato tra vino, birra, whisky e guinness e prosecco. e parole e risate e il mare in lontananza e il cielo di nuvole bianche e blu e mio marito. che chiaccherava con tutti in tutte le lingue possibili.

poi il babbo ci ha cantato alla chitarra delle canzoni sue e una canzone per noi. e mentre la suonava e la cantava si è commosso. ero seduta sulle ginocchia di mio marito, avevo intorno un sacco di gente lì per me, davanti a me mia madre che gli teneva il foglio con le parole e mio padre che cantava e si è commosso. e mi sono commossa. perchè è stata la prima volta che l'ho visto piangere. ed era mio padre. ed è stato meraviglioso.
gli algerini cantavano anche loro il ritornello della canzone in italiano. makhlouf era felice e mi ha detto. non dirmi niente o mi commuovo anche io. perchè tu hai fatto tutto questo e guarda...ci sono il babbo e la mamma qui per noi. poi ci sono state le torte e una al cioccolato l'ha fatta alex per me con la mia mamma.

e poi c'è stato il lancio del bouquet e della giarrettiera e altre risate e il cielo che si tingeva di nuvole rosa... e gli amici hanno iniziato ad andarsene. e a prendersi i sacchettini con i confetti. c'è stata la luna e le stelle e tutti a volere vedere la nostra camera. da pricipessa e principe. beh...c'è stato un giro in macchina (ho guidato io) dei due giovani sposi e siccome makhlouf aveva fame vestita da sposa siamo andati al paese dal cinese. vestita da sposa ed ero felice.
e poi siamo andati a comprare altre candele allo shop e poi in camera...bagno caldo e ... buonanotte signori yermeche.

the day after mi sono svegliata tra le sue braccia, ma stavolta è stato diverso. irish breakfast in camera, vista mare e sole... abbiamo preso la macchina e siamo andati verso sud sul mare a passeggio a piedinudi sulla sabbia...e poi tra le colline del county wicklow tra i boschi, poi pranzo e ritorno a casa. abbiamo scaricato pacchi e pacchetti e per farmi entrare a casa NOSTRA mi ha preso in braccio. da tradizione. poi riconsegna macchina e centro. pub, birra, amici, inter... makhlouf, mio marito, felice e io felice con lui...in bus verso casa.

(questo è stato il giorno del mio matrimonio). grazie a chi c'era. e a chi mi ha pensato da lontano.




lunedì 28 settembre 2009

sposi.

come direbbe mamma "non è facile",
come canterebbe il babbo "lui è la mia porta sul mare"
come ho letto in un libro...
"mi sento come le comete di chagall, stella che diventa sposa."

giovedì 3 settembre 2009

little miss laugh




Questa è una storia. Parla di una bimba...che divenne donna. Il suo nome era Viola, perchè aveva una voglia a forma di fiore (viola) sulla caviglia. Si narra perchè sua madre adorasse le viole del pensiero.
Viola nella sua vita fece tutto all'incontrario. A partire da quando nacque. Tutti i neonati appena vengono al mondo piangono, lei no. Lei nel momento in cui la sua testolina sbucò fuori dal ventre di sua madre RISE. Rise così forte che tutti scoppiarono a ridere, contagiati. Chi la sentì, paragonò la sua risata a quella di sua madre. Rumorosa, piena, luminosa. E forse era vero.
Viola era piena di riccioli e con due occhi grandi e profondi che incantavano...e che non sapevano piangere.
Quando era piccina suo padre per farla addormentare cantava, non solo cantava, creava musiche e parole per lei, rime e poesie. E Viola rideva...e poi sognava nel sonno.
Sua madre le insegnava l'arte di amare, suo padre a conoscere il mondo degli esseri umani...e Viola imparava e rideva. Per lei avrebbero dovuto inventare un dizionario della risata, perchè lei sapeva ridere in un milione di modi diversi e in tutte le lingue possibili. RIDERE è un atto e un linguaggio universale. Lei comunicava con tutti e così. Fin quando...imparò anche a piangere.
Accadde un giorno strano, il giorno in cui suo padre se ne andò. Non è che andò lontano, ma non era più lì. E non è che uno deve andare molto lontano per essere lontano. semplicemente non è con te, o se ci è è come se fosse distante chilometri, pianeti, galassie. e come successe?
Successe in bicicletta. Viola imparò a piangere su una bici. Sentì dentro la tristezza, prese la bici e nel vento e contro vento...le lacrime iniziarono a scorrere, prima piano e poinpiù veloci. E i suoi occhi divennero ancora più belli. Come le violette tra l'erba, all'alba, quando la rugiada le sfiora e il sole si sveglia.
E da quel giorno ogni volta che Viola desiderava piangere prendeva la sua bici e correva...e piangere era meraviglioso quasi quanto ridere. Significava LIBERTA'.
Viola così cresceva, sempre ridendo e facendo ridere...aveva la stramba idea di "salvare" il mondo, con una risata. Si innamorava Viola, cadeva dalla bici e poi ci risaliva. qualche volta si faceva male...ma poi passava.
Finiti gli anni della scuola e dell'università Viola realizzò uno dei suoi sogni più grandi. Iniziò a fare bolle di sapone dalla finestra della più importante associazione della città, nella piazza più importante della città. E si sa che le bolle di sapone fanno ridere. Così quella divenne una seconda casa, di quelle piene di inquilini diversi che ognuno a suo modo provano a salvarsi e a salvare il mondo. E lei si sentì "salva" almeno per un po'...perchè forse salvare il mondo da sola era cosa ardua, ma con una risata delle sue, magari quel luogo e i suoi abitanti...li poteva aiutare a salvarsi. Altri andarono lontano. Ma non è che uno deve andare lontano lontano per essere lontano, semplicemente non è più alla scrivania accanto alla tua. E' ad un'altra scrivania.
Viola ridendo e pedalando la sua vita attraversava. C'erano giorni di sole e giorni di pioggia.
Ci furono amori che andarono lontano e altri che semplicemente erano lontano. Nel tempo e nello spazio.
E all'improvviso uno di quei giorni in cui il cielo è blu accecante Viola decise che avrebbe portato la sua risata lontano. E partì. C'era vento dove arrivò e una bici...così lei la prese perchè aveva voglia di piangere...e si fermò ai piedi del ristorante più bello del villaggio e chiese se qualcuno desiderava ascoltarla RIDERE. lei sapeva ridere, anche in un paese straniero. Era il suo dono. E le disserò di sì.
E accadde qualcosa di magico...un uomo che non sapeva piangere la sentì ridere e si commosse. E Viola pensò che forse a quell'uomo lei avrebbe insegnato a piangere per curare tutte le sue ferite, perchè le lacrime devono essere versate e poi asciugate con le risa...perchè il cuore possa tornare leggero e gli occhi lucenti. "Salvarlo" in qualche modo era il nuovo sogno di Viola.
Così lo prese per mano e gli sussurrò: vai, pedala...finchè sarai stanco di piangere e ti verrà da ridere. Io ti aspetterò. La bici ti riporterà da me, sarà il suono della mia risata a non farti perdere anche se sarai lontano.
Lui salì sulla bici e corse...lontano...e scese la prima lacrima. bellissima.
E Viola? Viola RIDE, RIDE ancora, RIDE sempre.

martedì 25 agosto 2009

1, 2, 3, 4...ramadan

sorpresa. c'è un mazzo di fiori freschi, profumati, rose e gigli, sul tavolo. a casa.
... e tra i petali dei messaggi per te.
je t'adore
bacio
my angel
t'es ma belle a moi
love you
pour ma petite cherie
bisou amore
I miss you

quarto giorno di ramadan e un pensiero che ti ricorda perchè lo ami.

Lui è l'altra metà del mondo (e del giorno). quella che per 30 giorni ora ti è nascosta. Dovrai aspettare una nuova alba per rivederla.

Conta le stelle intanto...è arriverà il mattino.


martedì 4 agosto 2009

la hobbit e la compagnia dei sogni


La hobbit è arrivata di giovedì, volando col suo mantello viola col cappuccio, la pelle colorata dal sole d’estate,
i piedi buffi nei suoi calzari scuri, la risata contagiosa, la statura da elfo,
la magia che contraddistingue il suo essere.
La hobbit mi ha messo al mondo, e quindi sono una hobbit anche io, solo di seconda generazione.
Noi hobbit apparteniamo alla compagnia dei sogni, sappiamo che a volte ci vuole un sacco di energia, ma non ci stanchiamo, sappiamo camminare sotto la pioggia e con i raggi del sole. Siamo cuochi apprendisti. abbiamo imparato che il passato è un libro di ricette da sfogliare per ritrovare il gusto della torta al cioccolato che ci piaceva da bambine, il presente è il caffè della moka ovunque tu sia, il futuro un piatto da inventare, il tempo di cottura non lo conosciamo, ma unendo gli ingredienti con un po’ di amore e pazienza…qualcosa di meraviglioso ne uscirà e se non ci sarà sale o zucchero abbastanza…correggeremo le dosi.
La hobbit mi ha tenuto per mano anche ora che so correre e rallentare da sola.
La hobbit ci sarà sempre al traguardo, sia che io vinca sia che io perda.
Da hobbit ho capito che a volte la vita ci dà la possibilità di fare un regalo. A qualcuno.
Ed è una possibilità preziosa. io la voglio cogliere. Come babbo a Natale o come babbo Natale.
Noi della compagnia dei sogni a volte il natale lo prenotiamo in anticipo…perché non si sa mai. E quindi anche quando non siamo sicuri di dove saremo domani, saremo sempre sicuri di dove saremo quel giorno.
Io ho già due regali sotto l’albero, anzi quattro. Arriveranno con lo stesso volo. Di giovedì. Non so col mantello di che colore. Ma poco importa. Si chiamano marina, alex, carlo e makhlouf.
Noi hobbit a volte ci uniamo a creature diverse, perché in loro vediamo qualcosa… chiamato SOGNO.
per questo forse, dicono, apparteniamo alla compagnia dei sogni.

venerdì 10 luglio 2009

noccioline, pop corn...and enjoy the movie: it's your life!!!!!

mi piace lasciare tracce di me.
mi fa sentire me stessa.
in ufficio, nel mio ex ufficio ho lasciato questa.
mi ricorda chi sono e cosa è importante.
ma chi sono lo sento dentro ogni giorno ed è una sensazione strana ma straordinaria.
non so se capita a tutti ma capita a me. qualche volta fermarmi e guardarmi,
guardarmi dentro e vedermi dal di fuori.
non so se sono bella. ma so che sono io.
io che curo nocciolina. lui fragile che ha bisogno davvero di me. per la prima volta.
di me per muoversi, di me per tornare a stare bene. di me per tornare a essere quello che è.
io che gli preparo bagni caldi, massaggi. la cena...che gli tengo la mano.
e probabilmente domani se ne sarà già dimenticato.
io che ad alex regalo vestiti per l'estate. e lui mi regala un bacio.
io che al cinema porto la mamma. il bimbo piccolo e quello grande.
algeria. italia. irlanda...per l'era glaciale 3.
io che asciugo i bicchieri per un fratello di nome farid e
rubo le fragole nel giardino di mio fratello di nome carlo.
il babbo manda le vitamine per lui (abbiamo dimenticato antonio all'aereoporto?),
la raffa e cdp mandano dei biglietti color del mare....
la mia stella cometa porta se stessa. e una madre lo sa sempre. quello che sei.
e tu fuori dalla tua finestra hai una rosa, una lavanda, una pianta dai fiori viola, del prezzemolo...
e un'ortensia che butta nuove foglie. verde chiaro.
è il tuo film nenè...vivitelo tutto. vivitelo fino all'ultima scena.
l'happy end sei tu....del resto...ma chissenefrega :-)!!!

martedì 30 giugno 2009

rain man

scelte, sentieri, spiagge, rotonde, nuvole che viaggiano. bianche e nere. e tu che viaggi coi tuoi pensieri. vorresti che si addormentassero qualche volta. e che al risveglio fossero più leggeri.
l'uomo della pioggia guarda lontano e spesso non ti vede anche se sei davanti a lui.
l'uomo della pioggia non vive il tuo tempo e c'è troppo spazio tra te e lui.
l'uomo della pioggia ti ascolta ma non ti sente.
l'uomo della pioggia conta le goccie che si appoggiano. e aspetta che il sole le asciughi.
l'uomo della pioggia colora coi pastelli a cera.
l'uomo della pioggia ha la mente che percorre km e qualche volta ritorna da dove era partita.
l'uomo della pioggia ha sogni nascosti "nelle tasche di un qualunque mattino"...che poi diventa pomeriggio e volge tardi alla sera.
l'uomo della pioggia non ha bussola, eppure è il tuo marinaio.
l'uomo della pioggia dice che sei il suo angelo custode.
l'uomo della pioggia cammina piano, non gli piace seguire le orme di qualcuno. cerca le sue, da tracciare.
l'uomo della pioggia sorride, stanco, ma sorride. è il suo regalo. per te.

ognuno di noi credo si meriti o ami un uomo della pioggia...o qualcuno lo deve ancora incontrare o aspettare.

ps. il mio uomo della pioggia mi ha portato sul mare di notte a mangiare un gelato.
io di giorno ho portato darren sul mare a mangiare un gelato. un clochard gentile. a piedi nudi sulla sabbia.
un cono alla crema please nina. mi sono divertito oggi con te. grazie.
prego darren, anche io sono stata bene. best friend. o rain man.

giovedì 18 giugno 2009

tracce di me. percorrendo il mondo.


1 giugno
un volo che mi aspetta. un volo diverso. un'alba chiara. il sole dischiude le margherite. lui occhi chiusi e braccia stese per abbracciarmi. ciao darling.
in valigia ti metto un'altra volta. o forse in valigia ci metteremo le nostre cose, in una valigia per due su un aereo dublino-milano.
ormai questa tratta la conosco. riconosco il pavillion, la marina di malahide, la spiaggia di portmarnock, il blu dell'oceano, la campagna inglese, il continente, le alpi innevate, i laghi...LINATE.
milano sembra una città d'agosto oggi: silenziosa e lenta.
la nuccia mi apre la porta dell'ascensore. la mia bici ha i freni lucidati.
strade vie, piazze scorciatoie, aiuole e tigli.
la gente. e non c'è bisogno di parole. solo di sdrammatizzare e di un sorriso gratis. la raffa che commenta e ride, l'umidità della sera e il gusto pistacchio, una bottiglia di rosso nella bottega della ketty. il capo, con ciò che si è rotto si possono comporre meraviglie. di colori, forme, storie. sedie e specchi.
E' quasi estate, dindondera va veloce lungo il viale...la parcheggio vicino all'altalena. il tabbozzo scende dalla sua ford verde. ci sediamo e dondoliamo. un'altra volta, un'altra notte, come la notte prima che partissi. lui si accende una sigaretta. stappiamo due birre. Il parco e NOI. stagioni che passano e cambiano, che passiamo e che ci cambiano. pazienza e coraggio. due gocce di pioggia e la canzone "tu che sei parte di me". dopo un kebab ci salutiamo, lui riprende la sua macchina, io la mia bici.
TI VOGLIO BENE dal finestrino. via botta dorme. sono le due.
2 giugno
giorno di festa, l'aria è tersa, il cielo azzurro. sembrano rime per bambini. la gio mi aspetta a piazza medaglie d'oro. terme, sauna, fanghi, lavanda, bagno turco, idromassaggi, cascate, accapatoi bianchi, chiacchere tra vapore e calore. cesti di frutta, amache al sole nascoste dietro le mura romane. da piccola ci passavo accanto tornando dall'asilo. un'oasi di pace sotto il grattacielo.
il pomeriggio è trovare la mamma che insegna latino sul tavolo della cucina all'ora della merenda.
una pedalata con lei tra ville nascoste dietro al conservatorio. una birra tedesca e discorsi familiari a casa di alice con oreste, il gatto in poltrona.
il tramonto avvolge milano con il ritorno dei suoi abitanti. la televisione è accesa e c'è profumo di zucca e rosmarino. c'è ancora tempo per un mirto con una vecchia amica e una granita con la mia favola con i ricci come i miei. il letto a castello ha un ospite come ai vecchi tempi. e questo fa coccola e il sonno più sereno...
...e il mio amore lontano che sognerà stanotte?
3 giugno
Sveglia e colazione al fresco art con cappuccino e brioches. stazione di rogoredo. studenti che vanno in università per gli esami, lavoratori che vanno in ufficio, la nene che va al mare.
sosta a genova nervi. occhi verso l'orizzonte e labbra su un caffè macchiato. una panchina azzurra e profumo di fiori mediterranei.
Camogli. sui banchi del mercato albicocche fresche e le case liguri dipinte incorniciano la baia, voglia di focaccia e di un tuffo. Nuota nenè come hai sempre fatto, e come sempre farai, fino alla boa.
Nuota nenè, anche da sola nuota e chiediti se sei felice. e pretendi di esserlo. trova il tuo ritmo, il tuo stile, il tuo respiro. non hai più bisogno dei tuoi braccioli arancioni, il babbo ti ha insegnato a lasciare la riva senza di loro, riccioli d'oro, tanti anni fa. e quando sei stanca appoggia le tue manine sulle sue spalle. un giorno insegnerai anche tu a tua figlia a nuotare e le spiegherai che non esiste un salvagente per l'amore nè per la felicità, qualche volta bisogna fare una corsa e ...tuffarsi, e si impara, e non è solo questione di stare a galla. è sole, brezza, pelle, onde, rocce, sabbia, sassi, isole...è profondità. è sentirsi leggeri. è scegliere che si può arrivare fino alla boa, coi propri dubbi anche..e poi magari tornare indietro, cullati dal mare e quando si è stanchi...ci saranno spalle grandi per piccole mani che si appoggino.
mi accomodo in treno per tornare a milano, accanto a me una coppia di due signori sessantenni. leggono. lei una rivista, lui un libro, le loro gambe si incastrano, lui le accarezza la testa boccolosa, lei sorride. non so nulla di loro. ma sono bellissimi.
babbo e mamma, due biglietti africani per due inviti d'amore...e una sorpresa. il loro abbraccio è un'emozione. che sa di gioia.
il cortile dell'arci e seduti ad un tavolo tra fritti, salamelle, politica, speranze, birre e ammazzacaffè anche io ho un annuncio da fare. jeanino non sbanda questa volta. l'amore ha sfumature diverse. le stelle si vedono anche qui. molino tace ma mi stringe a sè.
4 giugno
la città è già in piedi, dindondera e due brioches integrali. il tragitto fino a via meravigli nel sole del mattino fa bene non solo ai muscoli. c'è tutto ed è come se ci fossi ancora io. le stanze sono forse più silenziose, ma la mia risata fa ancora rumore.
davanti al tribunale ora la titti beve acqua frizzante...avevamo undici anni e sognavamo di diventare donne. ora donne lo siamo o stiamo imparando ad esserlo. la frenesia del centro, piccioni e una realtà che sento mio ogni volta. il berlusca dice che milano è una città africana, forse per questo mi piace di più!!!!!!
stole e stoffe, colori sgargianti. un camerino. la raffa scatta foto. due calici di vino per me e lafede. fermo. è la vita che si muove.
in un giardino d'estate mamma e babbo e pizze al forno a legna in periferia. discorsi da madri e da padri. la loro forza e la loro verità. la preside minella parla ai ragazzi di terza media...e io mi commuovo. parla di formazione, di rispetto, di educazione, di quello che fonda gli esseri umani. mi piace sempre pensare di assomigliarle un po'.
il tramonto ha una luce spettacolare, il naviglio, la mia gonna turchese che danza sulla mia due ruote, un tavolo rotondo per una caraffa di sangria. il fluido dell'amicizia.
5 giugno
cielo coperto, coperta ripiegata sul letto. parto. con il mio quaderno e la mia musica. giornata di mare, comunque per me. nuvole che si muovono. il faro. la spiaggia di sassi. il colore affascinante del golfo. spruzzi di sale sulla barca che mi porta a punta chiappa. uno squaletto fa il bagno. io scrivo. il destino mi bussa e un pranzo tra acciughe e ravioli di pesce si rivela una possibile porta. un fiore rosa sulla tovaglia bianca.
principi diversi al telefono mi fanno compagnia. nenè riprende il largo, schizzi d'acqua marina sulla pelle...
una coppia. lui africano. lei italiana. il loro bimbo color cappuccino coi braccioli azzurri. la campana suona e mentre il sole del pomeriggio asciuga il mio corpo, brindo a me con un negroni sullo sgabello di legno sul molo.
la sera è fresca, la mia doccia calda. stefino che mi ha visto quando ero lunga 45 cm. un bicchiere di rosso. ciccio mi fa ballare. salsa. ritmi cubani e la menta del mohito. danza danza danza...nenè.
6 giugno
sabato di quasi estate. un raggio attraversa la stanza. i miei piedini camminano sull'asfalto di un marciapiede conosciuto. sul naviglio grande la fra mi aspetta. milano è bellissima e c'è vento. insalata greca e chiacchere...un gelato al parco di porta venezia con sara. confessioni da liceali cresciute. gli alberi ascoltano e le foglie bisbigliano.
la mamma mi osserva e la seta luccica. mostra di foto alla galleria grazia neri. un angolo di città sempre magico. si scherza e si sogna. che dici guappa, marsiglia ci aspetta??
sembra ci sia un temporale in arrivo. invece c'è tempo per fiori di zucca con le amiche di mamma e pizza con gli amici miei e frizzi e lazzi sotto le stelle di giugno. nessuna cade. sono tutte lì.
7 giugno
domenica. si vota. e poi autostrada MI-TO con la mia mamma...si va a cressa. la campagna e le risaie, le cascine del novarese...distese di natura e piccoli villaggi. il paese, la tata e il ciano. le sdraio. l'orto e un piccolo carretto per la legna. il pergolato con l'uva americana...
prendiamo la bici come quando io avevo ancora le rotelle. qui è cresciuta la mia mamma, qui io le domeniche della mia infanzia. il pozzo, il mulino, la chiesa, il terreno del noce, l'acli e i ghiaccioli. lì dove era la nostra casa. possono abbattere mura e mattoni (anche quelli dove io giocavo alla salumeria). i ricordi mai. i ricordi sono miei. così come un giorno mi ricorderò che dai grasso oggi si è stappato lo spumante. la condivisione è GIOIA.
8 giugno...11 giugno
i giorni scorrono anche in italia. la penna si riposa, la nene no.
c'è l'ufficio, c'è la scrofa, ci sono i regali da portare in irlanda, c'è una cena con le amiche e girasoli che profumano di bouquet. c'è il tavolino rosso con i cetriolini, ci sono gli sguardi, le risate, le parole, i silenzi, gli abbracci, c'è quello che sei stata, quello che sei e in parte, quello che sarai.
ci sono i treni, i tram, il babbo che fa le domande, la mamma che ha da sempre le risposte. c'è bugili con cui hai fatto l'amore un tempo, ci sono i desideri che la tua bacchetta dovrà realizzare. c'è tua cugi con cui andare al mare, c'è la luce che hai negli occhi, c'è il giardino di un ristorante con per cameriere il tuo compagno di scuola, c'è la michi come quando ti dava il buongiorno dal centralino, e la gio come quando la sua scrivania era accanto alla tua e viceversa. c'è luca che ti solleva in aria come sempre, c'è fede...e chi arriva prima al semaforo vince.
c'è chi verrà...
c'è una lepre che saltella sulla pista dell'aereoporto. vai ninanenè. ancora una volta...
e ridi, che il mondo adora sentirti ridere.
c'è lui che ti apre la porta...e tu che gli hai portato le ciliege.

martedì 19 maggio 2009

due vite. una storia.


lo so. il titolo è banale.
ma questa storia, che un giorno vi racconterò, parla di
un lunedì di maggio,
un cielo d'irlanda come lo descrivono le canzoni,
un carabiniere chiamato salvatore,
un taxista che mi chiede "are you happy?",
un arcobaleno visto da una stazione,
il mare che ondeggia lieve,
una signora che continua a ripetermi "good girl"
un uomo che sembra uno studente all'interrogazione (anche se ha studiato,
davanti alla professoressa ha paura di non sapere la risposta giusta),
una donna, che sarei io, che si sente buffa e bella.
parla di numeri, date, coincidenze.
questa storia parla di due vite,
di una stanza per due con cena compresa per 29 euro a testa,
due pinte di guinness,
due risate che si riconoscono. due mani che si stringono.
almeno due baci. abbracciati come noi. che ci amiamo in almeno quattro lingue diverse.

domenica 17 maggio 2009

panni stesi. e calze accompagnate.

forse siamo tutti un po' darren.
in cerca di un posto dove sentirci "accolti."
mentre maroni è contro l'accoglienza...
noi cerchiamo occhi, mani, pareti dove qualcuno possa avere attenzione per noi.
che sappiano abbracciarci.
la settimana scorsa era il suo compleanno. ieri me l'ha ricordato.
ma lui non c'era e allora il suo pezzo di torta gliel'ho preparato oggi.
con candelina accesa e desiderio al seguito. certo darren.
la mia mamma ne ha fatta una per me per il suo compleanno.
ma lei non c'era.
e mi ha lasciato un biglietto allora. in cui c'era tutto l'amore di una madre.
mi ha lasciato la nostra casa ad abbracciarmi e accogliermi per lei.
e la crostata aveva un fiore per me e le lune per gli islamici.
mi ha lasciato la mia città, i miei amici, i miei ricordi. e la mia BICI (dindondera).
mi sono sentita ACCOLTA e abbracciata.
ho sentito il calore della mia milano. città del nord, che nè la lega nè il berlusca potranno mai rendere inospitale, non per me e non per chi in via botta 32 comunque, da qualunque parte del mondo provenga, di qualunque etnia, sesso, religione, lingua, cultura sia...
troverà sempre se non una crostata, un posto dove sentirsi A CASA.
ti ci porto darren a milano...ti ci porto. (e ci porto anche makhlouf).


giovedì 23 aprile 2009

diario di viaggio. IO.


sveglia. presto per me. ore 7.10.
troppo tardi per andare a lavagna. la voce dei gabbiani.
il sole che mi bacia. un bacio a lui che apre gli occhi per salutarmi. scivola via dal mio abbraccio e torna a dormire.
mi sembra strano pensare di non addormentarmi accanto alla sua pelle. con la sua mano che stringe la mia mano.
bus verso la città. tram verso la stazione. treno verso cork.
una tazza di caffè. il libro "il giorno prima della felicità". penna e quaderno.
fuori dal finestrino: VERDE. la campagna irlandese e le nuvole basse.
DA SOLA.
Era da tanto che non accadeva. in viaggio con me stessa.
che come compagnia non è male.
cork. le vie dello shopping, il fiume, il grigio del cielo...passeggio.
il vecchio mercato inglese mi ricorda Barca. movida.
Una libreria, sbircio. la fabbrica della Beamish.
un piccolo e vecchissimo pub di fronte, entro e mi siedo.
one glass of beamish please. irish stout.
esco dal pub e mi avventuro per la cittadina, la cattedrale, i canali, una galleria d'arte.
Mi soffermo su un quadro. william barry. time flies. sa di ricordi, di quelli che scaldano, ma anche di qualcosa che inizia. ev poi è vero: IL TEMPO VOLA.
il caffè ha i tavolini azzurri e su ognuno un vaso di campanule lilla. a cup of tea.
mi dirigo verso la torre della chiesa nord. case colorate. viola. blu. gialle.
uno shop che produce caramelle, il museo del burro e in un cortile quasi abbandonato la bottega di un signore che fa strumenti a corde. chitarre.
bus verso kinsale. di nuovo verde e poi acqua di insenature verso il mare.
il suono di una cornamusa. minuscoli negozietti d'arte e artigianato. il porticciolo. tutto in miniatura ma carinissimo.
scelgo un bed&breakfast vicino alla marina. la mia stanza si chiama BOA ESPERANZA. che porta fortuna.
Una doccia calda e mi faccio bella alla scoperta di questo villaggio del sud. c'è odore di mare, i gabbiani e gli aironi che litigano per il cibo, il tintinnio delle vele, una pioggerellina fine.
mi fermo per un bicchiere di murphy in un pub col camino acceso che vale il viaggio. autentico. jazz&blues americano. e targhe da tutti gli stati di obama. ora di cena...jim edwards. seafood restaurant.
chiedo un tavolo per uno. IO.
ho la mia candela accesa, a glass of white wine, fiori freschi.
pane nero e burro, le posate del musgrave (ormai le riconosco) e in sottofondo tracy chapman.
ordino il plateau de fruits de mer: anche da soli...enjoy the life!!!!!!!
l'aria della notte fa un po' freddo. mi siedo al bancone della white house. c'è la stessa foto di ruth orkin che abbiamo a La Spada Restaurant.
irish coffee e biscottino bewley's e mark o'brien suona e canta dal vivo. folk music. odore di fusti di birra. bravo darling, armonica&chitarra: good luck!!!!
THE WORLD MUST DANCE AND I WILL DANCE WITH HIM.
eh poi...il ragazzo mi intona il boss. the river. chapeau.
in un letto singolo non c'è chi ti scalda e ormai non sono più abituata.
prendo un'altra coperta. chiudo gli occhi.
un irish breakfast mi aspetta. uova, bacon, salsicce, pomodoro grigliato, succo d'arancia, formaggio, burro, marmellata.
il sole fa i capricci a mostrarsi, ma la giornata va vissuta.
compro delle cartoline. spedisco una lettera e mi incammino verso charles fort.
qui sono sbarcati gli spagnoli nel 1601. per arrivare si passa da un altro microscopico villaggio. c'è la bassa marea. alghe che riposano...in fondo il mare aperto e scogliere dolci...
il forte è ricoperto d'erba e margherite. e c'è silenzio. tanto silenzio. troppo silenzio forse.
si sente solo il rumore dei propri pensieri e delle proprie sensazioni.
e ci sono pensieri che fanno rumore.
ritorno verso kinsale. curioso ovunque. un cappuccino in una caffetteria che fa casa. adoro questi luoghi che ti ricordano il tavolo della cucina della nonna.
quello su cui si studiava, si mangiava, si preparavano gli gnocchi e si giocava a carte.
la pioggia si fa fitta. un negozio di biglietti d'auguri, uno di biancheria antica, uno di vestitini da bimbo, uno di ceramiche, uno di gioielli fatti a mano...
vado al vecchio castello. dentro c'è la storia del vino importato in irlanda. e degli irlandesi emigrati che hanno fatto i produttori di vino nel mondo.
tempo di ritornare verso swords. verso casa. verso lui.
ma prima mi compro un regalo: orecchini che sbarluccicano.
la pioggia è fitta.
bus verso cork. treno verso dublin, luas verso abbey street, 41 verso swords.
mi appisolo e ascolto "quello che le donne non dicono...".
magari più tardi vado a farmi un bicchiere da dan al wine bar. lo adoro quando mi saluta: hi chicken, how are you honey??
un piano per il futuro ce l'ho. sta a me metterlo in atto :-)!!

giovedì 9 aprile 2009

primavera.
pioggia d'aprile che smuove l'aria e prepara il terreno per quel che è destinato a sbocciare.
qualcosa che cresca, non solo che nasca. che abbia i suoi colori e il suo profumo.
e il suo pezzo di mondo e di storia.
acqua per chi ha sete.
acqua che lava.
acqua che protegge.
acqua che disegna percorsi...
acqua che batte sul mio vetro. in ogni goccia un pensiero. MIO.
primavera.
sole d'aprile che illumina le dune di sabbia e le chiglie delle barche.
asciuga la vernice prima che prendano il larg...per il loro viaggio.
sole per chi ha freddo.
sole per chi è solo.
sole che ricama sul mare.
sole sull'erba tra i narcisi gialli.
sole che batte sul mio vetro. in ogni raggio un pensiero. MIO.
Darren entra dalla porta, come ogni giorno, prima dell'apertura:
are you keeping nina?
E mi mette di BuonUmore.
perchè non sempre si hanno le risposte e a volte forse le si cercano nei posti sbagliati...
o sono le domande che non sono quelle giuste.
c'è il lago di glendalough e il suo orizzonte.
c'è l'estuario di malahide e il tintinnio degli alberi delle vele.
c'è il contorno delle wicklow mountains, c'è il brusio del mercatino di temple bar.
c'è la luce del gran canal...
c'è la luna che dritta o storta da lassù ti guarda.
c'è un letto per due ogni sera.
c'è darren con le sue scarpe più grandi di almeno due numeri.
con i pantaloni da surfista, un cappellino strambo, gli occhi chiari e persi in un passato che l'ha ferito.
c'è darren che ha la mente altrove e ogni pazzia ha il suo quaderno da sfogliare.
c'è darren che spesso sa di alcool e ha il suo posto prenotato in paradiso.
c'è darren per cui prepari il caffè buono e una cena delicious.
c'è darren con i suoi pensieri, i punti esclamativi e quelli interrogativi.
c'è darren che ti considera uno dei suoi migliori amici e oggi si siede,
ti sorride sincero ed escalma: I'm very happy.
la primavera è appena iniziata.
See you tomorrrow darren.


lunedì 16 febbraio 2009

colazione per due


...quando sono arrivata in irlanda il mio primo indirizzo e' stato
Castleview lawns.
da casa di mamma sono passata a casa di mio fratello.
un altro nido, anche se diverso, una porta rossa e un inizio...
carlo, alex e marina.
poi la mia prima stanza, il castello e' rimasto Castle Grove, ma sono cambiati gli abitanti.
si sono susseguiti il polacco jerzy, l'alcolizzata joyce, il muto henry,
e il mio angelo anita.
la principessa ha lasciato il castello ora...
perche' e' andata a vivere con un principe.
un principe senza mantello e senza cavallo.
The Plaza 30B che fa piu' New York che Swords.
nessuna favola,
quella la lasciamo alle storie che si raccontano prima della buonanotte...
una realta' meravigliosamente imperfetta
che comincia con una colazione per due.
in una casa che inizia ad avere i nostri colori, i nostri odori, i nostri sapori.

giovedì 15 gennaio 2009

faccio l'amore, non faccio la guerra.

una kefija bianca e nera, lui.
una kefija bianca e rossa, io.
camminano insieme per le strade di dublino in una marcia per la pace,
e per il popolo palestinese.
perchè al mondo devi far sentire anche la tua voce e
far vedere anche il tuo passo.
e mostrargli che l'amore vince.
accettare le diversità,
aver voglia di conoscerle,
sentirsi se stessi e bene per questo.
la storia siamo noi, ora, qui, adesso, sullo stesso pezzo di terra.
abbiamo il diritto di AMARE, di SOGNARE, di IMPARARE, di SBAGLIARE anche,
...come i bimbi di gaza.
abbiamo il dovere di INSEGNARE ai nostri bimbi il gioco della pace
e non quello della guerra,
perchè non ci siano più bimbi di gaza che muoiono sotto le bombe.
Perchè una ninna nanna
Ascoltata nel buio della sera
Con il suono della tua voce è
Essenza di luce dai mille colori.

venerdì 2 gennaio 2009

...che sia buono, quest'anno nuovo.

Dopo la pioggia viene il sereno,
brilla in cielo l'arcobaleno:
è come un ponte imbandierato
e il sole vi passa, festeggiato.
È bello guardare a naso in su
le sue bandiere rosse e blu.
Però lo si vede - questo è il male -
soltanto dopo il temporale.
Non sarebbe più conveniente
il temporale non farlo per niente?
Un arcobaleno senza tempesta,
questa si che sarebbe una festa.
Sarebbe una festa per tutta la terra
fare la pace prima della guerra.
Questa poesia di Gianni Rodari fa parte dei ricordi della mia infanzia,
di quando il babbo e la sua chitarra riempivano le feste a scuola e non solo...
me lo ricordo seduto nella grande sala dell'asilo in via Crivelli,
nella palestra delle elementari di via Colletta,
al teatro Carcano ai tempi delle medie
e lo scorso anno per il mio Arrivederci Italia.
A mezzanotte, nel passaggio tra il 2008 e il 2009,
la sua voce e la sua chitarra risuonavano nel ristorante,
le mie parole e la sua musica, seppure diffuse dalle casse dello stereo...
ma la sensazione è stata di BUONO.
il mio babbo che canta per me,
in qualche modo, e per le persone che mi sono accanto in questo cambio d'anno.
c'era un bicchiere di spumante, amici, l'amore che mi guarda e che canticchia le canzoni del babbo, pensieri che volano lontano nel tempo e nello spazio per raggiungere altri pensieri...
che sarà di questo nuovo anno?
spero siano porte, siano baci, siano sfide, siano soste e ripartenze,
spero sia pace e colori, siano filastrocche per grandi e piccini...
sia ancora musica...