lunedì 28 aprile 2008

nemmeno i treni hanno la strada segnata...




...scorro le pagine dei giornali...
notizie dal mondo...di un mondo che spesso non mi piace per la brutalità che lo pervade e che lo accompagna.
per l'indifferenza.
l'ignoranza.
l'egoismo.
la brama di distruzione e non di costruzione.
...mi sveglio tra le braccia di un uomo, il mio uomo buffo.
lui ha la sua storia e io la mia.
le nostre storie si sono incontrate.
lui ha una storia "dentro" che a volte non riesce a raccontarmi.
ma io ho occhi aperti e orecchie aperte.
e c'è tempo, forse.
lui è cresciuto in una terra di guerra.
io ho un nome che parla di pace.
questa notte in palestina quattro bambini e la loro mamma sono stati uccisi
da una cannonata dell'esercito israeliano mentre facevano colazione.
i "soliti effetti collaterali".
io ho fatto colazione in un ristorante indiano oggi, con un algerino, e mi ha servito un cameriere pakistano
e nella sala si diffondeva musica spagnola...un tango...
penso a quanto c'è di diverso in noi e a quanto siamo tutti esseri UMANI,
di pelle carne ossa sudore sogni aspirazioni paure FATTI
...e forse se contassi i nei che mahluf ha sulla schiena ...magari scoprirei che sono lo stesso numero dei miei.
e allora perchè mi domando??
perchè c'è ancora chi uccide i propri simili?
perchè c'è ancora chi predica l'emarginazione di alcuni e la superiorità di altri?
perchè il colore della pelle ancora divide?
perchè siamo figli dello stesso Dio eppure musulmani e cristiani ancora si combattono?
mahluf ha la pelle più candida della mia eppure in un take away irlandese uno stupido italiano ci ha preso in giro quando ha capito che io ero italiana e lui algerino. ho fatto finta di non sentirlo.
ho pensato a quanto io sia più ricca e a quanto lui sia più povero.
non gli ho risposto e forse avrei dovuto.
avrei dovuto dirgli:
si sono italiana ed europea e in un'isola lontana ho incontrato un algerino ed africano e adesso i nostri passi camminano vicini. perchè siamo un uomo ed una donna. ESSSERI UMANI, si dice.
tu che cosa sei invece?
il mio giardino è in fiore, ci sono viole del pensiero colorate
...ne colgo una per i bimbi palestinesi che sono morti questa notte.
ne colgo una per il bimbo che è stato mahluf.
ne colgo una per la bimba che sono stata io.
ne colgo una per tutti i bimbi che per colpa della guerra non possono giocare a fare la pace.
"L'inferno è una discesa senza miracoli.
Il paradiso è uno sguardo ricambiato che fugge verso la luce".

sabato 19 aprile 2008

la cura



Carezze delicate e calde come
Una melodia che componi tu, unica.
Ritmo veloce o lento...oltre lo spartito,
Andata e ritorno di una nota che balla.

ho imparato quanto sia importante prendersi cura di sè, prendersi cura dei legami che ci rendono più vicini a noi stessi e alla parte più intima di noi e degli altri.

ho imparato quanto sia bello tornare, ovunque e qualunque sia la destinazione. e a volte persino la valigia si fa più leggera. ho imparato che sopra di noi c'è sempre lo stesso cielo, a volte cambiano un po' le sfumature, ma è sempre lui.

ho imparato che quando la macchina si ferma si può sempre prendere un treno. ho imparato che una scrivania vuota non fa più paura e fa meno male di quanto avresti immaginato.

ho imparato che qualcuno o qualcosa ti aspetta, sempre.

ho imparato che panchito è più bello di quanto avrei sognato, ed è vero.

ho imparato che alex ha sempre la risposta giusta alle mie domande.

ho imparato che conta da che parte stai...e continuare a camminare...

un'immagine. di tanti anni fa. io che colgo un fiore. sulle rive del mare.

un'immagine di adesso. io che guardo 5 algerini a cui ho regalato la maglietta di emergency che palleggiano per le strade di swords in irlanda un sabato notte di primavera.

l'immagine del futuro è ancora sfuocata...ma saprò prendermene CURA.



mercoledì 9 aprile 2008

la plage et la marée


c'è chi è come la marea, va e viene, alta e bassa,
ha i suoi cicli, le sue lune, i suoi tempi. su è giù.
la marea ha i suoi silenzi e le sue pause, arriva impetuosa o placida,
se ne va serena o ombrosa.
lascia sulla spiaggia conchiglie, stelle marine, messaggi in bottiglia,
frammenti di vetri colorati, alghe dal giardino del mare, vita...regali.
la spiaggia accoglie, aspetta, calma, resta...sempre.
la spiaggia attende la sua onda, si fa bagnare dalla marea,
si fa accarezzare...
le parla e l'ascolta.
la ascolta anche quando la marea tace.
la spiaggia è lì, nel sole, nella pioggia,
nel vento che solleva la sua sabbia e la porta più lontano,
nel tramonto e nell'alba.
la spiaggia è orme e tracce, disegni e scritte...
...che la marea spesso cancella perchè il foglio torni bianco,
perchè ci sia spazio per altra vita.
la marea cerca anche lei la sua onda e la spiaggia su cui farla addormentare.
la spiaggia sorride alla marea, sa che non può fare altro che esserci.
sotto lo stesso cielo.
che cosa sarebbe la spiaggia senza marea?
che cosa sarebbe la marea senza spiaggia?
ognuna ha bisogno di se stessa e dell'altra.
ognuna ha qualcosa da insegnare e da donare a se stessa e all'altra.
io sono come la spiaggia.
ho incontrato e aspettato tante maree...e mi sono fatta attraversare.
sempre con lo sguardo verso il mare e verso le sue meraviglie.
continuo ad aspettarle e a farmi attraversare.
perchè continuo a pensare che quando la marea danza sulla spiaggia
... può nascere solo un altro giorno e un'altra notte d'amore.
***
dal diario della baceria:
nenè questa settimana è alle prese con
un coinquilino con problemi di cuore,
un innamorato col morale sull'altalena,
un capo che deve assumersi responsabilità e scelte da capo,
una amica e collega che deve fare pace con lui,
un principe a cui dire arrivederci.
c'è chi dice che nenè è un angelo, chi che è pazza,
chi che è la più bella, chi che è magnifica...
a lei piace osservarsi nello specchio...e riconoscersi in ogni cosa che fa.

lunedì 7 aprile 2008

una ninna nanna anche per me

alcuni momenti non tornano e ci mancheranno...ma quanto ci sarebbero mancati di più se non li avessimo vissuti?
...alcune paure vanno affrontate e abbiamo spallelarghe portaguai anche per questo...
...alcuni misteri del cuore vanno svelati...anche a noi stessi.
...alcuni mondi ci appartengono, altri no, ma possiamo sempre conoscerli.
...alcune parole volano e si fermano sulle nostre labbra.
...alcuni baci passeggiano e si fermano sui nostri occhi.
...alcuni conti vanno fatti, tutti vanno fatti tornare.
...alcune soluzioni bisogna cercarle e trovarle.

...qualche volta è bello solo salire su un dondolo sospeso nell'aria e farsi cullare...

...e poi riniziare...
(dedicato alla ste di amsterdam e alla ste di agrate "che fu di dublino"perchè un'Isola mi ha ricordato che DIVERSO può essere anche una parola PIENA, piena di sfumature e se cantata bene è stupenda.)

venerdì 4 aprile 2008

silence


non so se qualcuno legge ancora questo blog...
ma questa notte è l'unico mezzo che possiedo per sfogarmi nel silenzio.
scrivere mi fa compagnia insieme a qualche lacrima e ad un barattolo di nutella, rubato nello scompartimento della mia coinquilina anita (un angelo polacco).
stasera ho visto due uomini che amo picchiarsi.
lo chef, mezzo ubriaco.
mahluf o papayayo (o tin tin o qualsivoglia soprannome che gli ho dato in questi mesi), lo chef pizza coi suoi occhi neri che a volte mi guardano, a volte guardano lontano.
ho visto la rabbia, la tristezza e la paura negli occhi di entrambi, anche quando sono venuti alle mani nella cucina del ristorante per colpa di un chicken bake non pronto e di una pizza vegetables già pronta. persino io ho cercato di mettermi in mezzo e di placare lo chef che si scagliava contro papayayo. a volte mi fa tanto male vedere solo qualcuno che litiga, figuriamoci vedere due persone a cui voglio bene che usano della violenza l'uno contro l'altro. avrei voluto urlare + forte che potevo. ma non l'ho fatto. ho respirato forte. chafaaa, il dolce kitchen porter tentava di separare lo chef da papayayo. io sono tornata dai clienti cercando di sorridere con tutta la forza che potevo, ma forse nel mio sguardo si leggeva altro.
la maglietta di papayayo si è rotta, con graffi sul collo, sulla tempia dello chef un altro graffio, nel mio cuore una ferita di cui forse non si è accorto nessuno.
hanno finito il loro lavoro e poi lo chef se ne è andato, per sempre.
papayayo mi ha chiesto se ho mai servito alcolici allo chef.
e penso di aver perso anche lui stasera...(o forse non eravamo mai stati nulla l'uno per l'altra anche se a volte è stato bello perdersi uno tra le braccia dell'altro).
avrei voluto proteggere papayayo quando lo chef si è lanciato contro di lui,
avrei voluto e avrei dovuto proteggere lo chef dall'alcool
e avrei voluto proteggere me dalle cose che mi feriscono,
proteggermi dalle guerre degli uomini,
anche da quelle che accadono in un ristorante irlandese tra fiori freschi, spezie, musica soave e profumo di vita.
ora vorrei qualcuno che mi abbracci e che stanotte mi dica solo:
io ti proteggerò.
ma non c'è nessuno...
vorrei addormentarmi sapendo che al risveglio nulla è accaduto.
invece a volte le cose accadono. e non si fa in tempo ad evitarle.
e non si può cambiarle.
c'è solo silenzio...
no dreams, no stars, no nothing
...maybe i'm nothing tonight.