giovedì 23 aprile 2009

diario di viaggio. IO.


sveglia. presto per me. ore 7.10.
troppo tardi per andare a lavagna. la voce dei gabbiani.
il sole che mi bacia. un bacio a lui che apre gli occhi per salutarmi. scivola via dal mio abbraccio e torna a dormire.
mi sembra strano pensare di non addormentarmi accanto alla sua pelle. con la sua mano che stringe la mia mano.
bus verso la città. tram verso la stazione. treno verso cork.
una tazza di caffè. il libro "il giorno prima della felicità". penna e quaderno.
fuori dal finestrino: VERDE. la campagna irlandese e le nuvole basse.
DA SOLA.
Era da tanto che non accadeva. in viaggio con me stessa.
che come compagnia non è male.
cork. le vie dello shopping, il fiume, il grigio del cielo...passeggio.
il vecchio mercato inglese mi ricorda Barca. movida.
Una libreria, sbircio. la fabbrica della Beamish.
un piccolo e vecchissimo pub di fronte, entro e mi siedo.
one glass of beamish please. irish stout.
esco dal pub e mi avventuro per la cittadina, la cattedrale, i canali, una galleria d'arte.
Mi soffermo su un quadro. william barry. time flies. sa di ricordi, di quelli che scaldano, ma anche di qualcosa che inizia. ev poi è vero: IL TEMPO VOLA.
il caffè ha i tavolini azzurri e su ognuno un vaso di campanule lilla. a cup of tea.
mi dirigo verso la torre della chiesa nord. case colorate. viola. blu. gialle.
uno shop che produce caramelle, il museo del burro e in un cortile quasi abbandonato la bottega di un signore che fa strumenti a corde. chitarre.
bus verso kinsale. di nuovo verde e poi acqua di insenature verso il mare.
il suono di una cornamusa. minuscoli negozietti d'arte e artigianato. il porticciolo. tutto in miniatura ma carinissimo.
scelgo un bed&breakfast vicino alla marina. la mia stanza si chiama BOA ESPERANZA. che porta fortuna.
Una doccia calda e mi faccio bella alla scoperta di questo villaggio del sud. c'è odore di mare, i gabbiani e gli aironi che litigano per il cibo, il tintinnio delle vele, una pioggerellina fine.
mi fermo per un bicchiere di murphy in un pub col camino acceso che vale il viaggio. autentico. jazz&blues americano. e targhe da tutti gli stati di obama. ora di cena...jim edwards. seafood restaurant.
chiedo un tavolo per uno. IO.
ho la mia candela accesa, a glass of white wine, fiori freschi.
pane nero e burro, le posate del musgrave (ormai le riconosco) e in sottofondo tracy chapman.
ordino il plateau de fruits de mer: anche da soli...enjoy the life!!!!!!!
l'aria della notte fa un po' freddo. mi siedo al bancone della white house. c'è la stessa foto di ruth orkin che abbiamo a La Spada Restaurant.
irish coffee e biscottino bewley's e mark o'brien suona e canta dal vivo. folk music. odore di fusti di birra. bravo darling, armonica&chitarra: good luck!!!!
THE WORLD MUST DANCE AND I WILL DANCE WITH HIM.
eh poi...il ragazzo mi intona il boss. the river. chapeau.
in un letto singolo non c'è chi ti scalda e ormai non sono più abituata.
prendo un'altra coperta. chiudo gli occhi.
un irish breakfast mi aspetta. uova, bacon, salsicce, pomodoro grigliato, succo d'arancia, formaggio, burro, marmellata.
il sole fa i capricci a mostrarsi, ma la giornata va vissuta.
compro delle cartoline. spedisco una lettera e mi incammino verso charles fort.
qui sono sbarcati gli spagnoli nel 1601. per arrivare si passa da un altro microscopico villaggio. c'è la bassa marea. alghe che riposano...in fondo il mare aperto e scogliere dolci...
il forte è ricoperto d'erba e margherite. e c'è silenzio. tanto silenzio. troppo silenzio forse.
si sente solo il rumore dei propri pensieri e delle proprie sensazioni.
e ci sono pensieri che fanno rumore.
ritorno verso kinsale. curioso ovunque. un cappuccino in una caffetteria che fa casa. adoro questi luoghi che ti ricordano il tavolo della cucina della nonna.
quello su cui si studiava, si mangiava, si preparavano gli gnocchi e si giocava a carte.
la pioggia si fa fitta. un negozio di biglietti d'auguri, uno di biancheria antica, uno di vestitini da bimbo, uno di ceramiche, uno di gioielli fatti a mano...
vado al vecchio castello. dentro c'è la storia del vino importato in irlanda. e degli irlandesi emigrati che hanno fatto i produttori di vino nel mondo.
tempo di ritornare verso swords. verso casa. verso lui.
ma prima mi compro un regalo: orecchini che sbarluccicano.
la pioggia è fitta.
bus verso cork. treno verso dublin, luas verso abbey street, 41 verso swords.
mi appisolo e ascolto "quello che le donne non dicono...".
magari più tardi vado a farmi un bicchiere da dan al wine bar. lo adoro quando mi saluta: hi chicken, how are you honey??
un piano per il futuro ce l'ho. sta a me metterlo in atto :-)!!

giovedì 9 aprile 2009

primavera.
pioggia d'aprile che smuove l'aria e prepara il terreno per quel che è destinato a sbocciare.
qualcosa che cresca, non solo che nasca. che abbia i suoi colori e il suo profumo.
e il suo pezzo di mondo e di storia.
acqua per chi ha sete.
acqua che lava.
acqua che protegge.
acqua che disegna percorsi...
acqua che batte sul mio vetro. in ogni goccia un pensiero. MIO.
primavera.
sole d'aprile che illumina le dune di sabbia e le chiglie delle barche.
asciuga la vernice prima che prendano il larg...per il loro viaggio.
sole per chi ha freddo.
sole per chi è solo.
sole che ricama sul mare.
sole sull'erba tra i narcisi gialli.
sole che batte sul mio vetro. in ogni raggio un pensiero. MIO.
Darren entra dalla porta, come ogni giorno, prima dell'apertura:
are you keeping nina?
E mi mette di BuonUmore.
perchè non sempre si hanno le risposte e a volte forse le si cercano nei posti sbagliati...
o sono le domande che non sono quelle giuste.
c'è il lago di glendalough e il suo orizzonte.
c'è l'estuario di malahide e il tintinnio degli alberi delle vele.
c'è il contorno delle wicklow mountains, c'è il brusio del mercatino di temple bar.
c'è la luce del gran canal...
c'è la luna che dritta o storta da lassù ti guarda.
c'è un letto per due ogni sera.
c'è darren con le sue scarpe più grandi di almeno due numeri.
con i pantaloni da surfista, un cappellino strambo, gli occhi chiari e persi in un passato che l'ha ferito.
c'è darren che ha la mente altrove e ogni pazzia ha il suo quaderno da sfogliare.
c'è darren che spesso sa di alcool e ha il suo posto prenotato in paradiso.
c'è darren per cui prepari il caffè buono e una cena delicious.
c'è darren con i suoi pensieri, i punti esclamativi e quelli interrogativi.
c'è darren che ti considera uno dei suoi migliori amici e oggi si siede,
ti sorride sincero ed escalma: I'm very happy.
la primavera è appena iniziata.
See you tomorrrow darren.