giovedì 5 settembre 2013

agosto 2013 (prima tappa, destinazione val di non).

...una stazione.
Il viaggio inizia con un treno sul binario in una milano d'agosto, il 3.
L'afa di pianura e il vagone pieno di storie, turisti, uomini, sudore, partenze.
a verona con la sua guzzi mi aspetta franco. indosso il casco e via...sotto il sole tra i sentieri della valpolicella e i suoi racconti d'infanzia. di nuovo passeggera su una moto. la libertà attraverso le colline e i ricordi, le vigne, il bicchiere al baretto. i monti lessini sono ondulati e tortuosi, la sosta per il pranzo al rifugio e la discesa tra le curve fino ai filari di uve trentine per poi risalire tra le mele, una birra fredda e la val di non.
senza giubbino e senza tartaruga, ma nessuno mi sgrida ora... e riconosco a sarnonico la casetta di marzia e davide che domina il paesaggio. 
ci sono persone che non incontri e non senti per lunghi mesi...ma con cui la quotidianità è subito famigliare. il fuoco della griglia, l'odore del bosco, il caffè davanti all'orto, la gita al lago di tret, l'acqua ghiacciata in cui nuotare, le montagne attorno.
sedersi su un'altalena...e lasciarsi dondolare...
l'amicizia delle confidenze, delle frittelle con zucchero e marmellata di lamponi, dello scampanellio delle mucche. il verde dei prati, la cena sotto un diluvio veloce sorseggiando gewurtztraminer nel ristorante più bello. (tartare di capriolo con salsa ai mirtilli e canederli di grano saraceno coi finferli). il paese con la processione dei mestieri e lo spettacolo dei saltimbanchi: è l'estate dei 33...
la radler del pomeriggio, il tramonto al di là delle cime, il divano della sera con il taglialegna, la grappa e lo chef rubio.
la stazione di mezzocorona al mattino presto, il saluto con marzia (che noi il profumo dei tigli ce l'abbiamo dentro.)

milano che è un po' più vuota, l'asfalto e questa città che è sempre un po' mia...
alla triennale c'è un'installazione che riproduce il movimento delle nuvole. che arrivano e poi passano, che non smettono di correre e andare...perchè chi si ferma è perduto.

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