"No sabia que desir, mi boca,
no sabia nombrar
i mi ojos eran ciegos
i algo golpeaba en mi alma
fiebre o alas perdidas
i me fui haciendo solo
descifrando a que ja quemadura
i escribi la primera linea vaga
vaga sin cuerpo
pura tonteria
pura sabaduria
del que no sabe nada
i vi de pronto
el cielo desgranado
i abierto."
P.Neruda
no sabia nombrar
i mi ojos eran ciegos
i algo golpeaba en mi alma
fiebre o alas perdidas
i me fui haciendo solo
descifrando a que ja quemadura
i escribi la primera linea vaga
vaga sin cuerpo
pura tonteria
pura sabaduria
del que no sabe nada
i vi de pronto
el cielo desgranado
i abierto."
P.Neruda
Una linea che si perde, di pennello, di matita, di progetto...
si perde su questo muro mentre cerca di guardare oltre,
è solo un muretto da scavalcare
eppure a volte sembra così difficile...
eppure a volte sembra così difficile...
una linea da tracciare come stelle filanti a Carnevale...
una linea da seguire come quella su cui si muove un'equilibrista...
una linea da amare come quella del profilo
di chi abita i nostri sogni...
di chi abita i nostri sogni...
dritta o curva? chissà...se solo ci fosse...
o basta fare la punta alla matita rossa
che ho nella mano per descriverla?
che ho nella mano per descriverla?
3 commenti:
"amo in te l'avventura della nave che va verso il polo
amo in te l'audacia dei giocatori delle grandi scoperte
amo in te le cose lontane
amo in te l'impossibile....
amo in te l'impossibile
ma non la disperazione."
"sparita Sirio e Venere e Carmilla e Altazor. E anche Mab e Marylin e Zelda e Aldemartin e la costellazione del Tacchino e la croce di Lennon. Non ditemi che alcune di queste stelle non esistono. Sono i nomi che gli ho dato io. Infatti rivendico il diritto di ognuno, specialmente delle fanciulle fantasiose come me, a chiamare le cose non soltanto con il nome del vocabolario, ma anche quello del vocabolaltro, cioè con un nome inventato e scelto. In fondo tutti lo fanno"
"...E questa siepe, che da tanta parte
De l'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminato
Spazio di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura..."
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