martedì 15 maggio 2007

...TUFFARSI


...tuffarsi in un mare che sa di sale,
...tuffarsi in una piazza che sa di luce&stelle,
...tuffarsi in una strada per mano a qualcuno,
...tuffarsi nel respiro del silenzio,
...tuffarsi nei campi di fieno che colorano d'oro,
...tuffarsi tra le braccia di chi ti ha aiutato a crescere,
...tuffarsi in un sogno nuovo,
...tuffarsi in qualcosa che non c'è ancora ma che puoi costruire TU
..tuffarsi nel vino ligure, nella birra irlandese, nella cioccolata africana, nel thè indiano...
...tuffarsi nelle curve che disegna l'uomo,
...tuffarsi nelle curve che traccia la natura...

comunque...TUFFARSI.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Voglio lasciarmi andare

Voglio di più per me

voglio buttarmi
per cadere verso l'alto

Anonimo ha detto...

"Avevo perso la speranza… e invece esistono ancora!! Vivono negli scantinati e bevono la birra dalla bottiglia. Qualche sera fa sono andata a una festa e non credevo ai miei occhi: una tribù di maschi trentenni eterosessuali capaci di ballare e di farti sentire femmina!
Altro che droghe leggere, il testosterone rimbalzava sulle pareti inebriandoti e l’aria era piena di strane tensioni… Cose dell’altro mondo…. specialmente se sei abituata alla Milano metrosexual che piace tanto adesso nei salotti di quelli che, pur essendo una minoranza, decidono mode, s’improvvisano maestri di gusto e creano stili di vita (tra l’altro assai discutibili).
Soprattutto è stato rigenerante scoprire che esiste una realtà lontana da quegli aperitivi dove, parlando con una che non hai mai visto prima, ti chiedi perché sei uscita (non sarebbe stato meglio startene a casa e affittare un dvd?). E intanto quella continua: «Perché sai, comunque cioè, voglio dire sono super stressata, sto facendo strategy planning per migliorare il posizionamento dell’azienda, devo briffare il marketing director prima del brainstorming e in più mi occupo di tutta la parte del team building». Un po' basita azzardo : «Mh… praticamente una segretaria?». Lei delusa e smascherata : «Be' sì, detto in parole povere…».
In quello scantinato, seppur per poche ore, era tutto diverso.
Forse un po' più genuino, meno d’immagine… Andrea era architetto, non un home creator, Pietro un grafico non un designer, Iacopo un commercialista non un money trader, Carla una mamma, non una housewife disperata… che boccata di ossigeno! Mi ha riportato indietro di dieci anni, sembrava una di quelle feste del liceo dove ci si ritrovava tra amici e non era importante il ruolo che ricoprivi nel sociale, piuttosto chi ti saresti voluto fare, chi avrebbe voluto farsi te, e con chi limonavi all’uscita… ecco erano quelle le cose importanti!"

di Camila Raznovich