Temporali monsonici, fontane di ghiacchio, odore di fieno, calore, tepore, bolle, giocare ad essere altro, essere se stessi senza veli. Sale, minerale, l'orologio della giesa illuminato, la campagna silenziosa e umida, un'osteria nascosta... vino, parole, forchette e bicchieri, l'amicizia che riempie ogni vuoto, che insegna, che impara, che coccola, che partecipa... "Scusa... come ti chiami?" "...Giordano."
Prendo appunti e confido nel prossimo appuntamento... ;-)!...e intanto dico GRAZIE a quelli del 23!
mercoledì 24 gennaio 2007
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4 commenti:
Sintesi poetica, immagini e sensazioni, manca una cosa sola..... Tutta roba sprecata!!
..e quell'odore di fieno e camomilla? quell'acqua fredda che dal buio cade...getti su getti..vapore..e un cielo..a portata di mano...
vino rosso!
beata te che ti ricordi i nomi della gente presente al tuo tavolo!!Io porterei con me anche gli unici scioperti utili: quelli dei casellanti!!
Saluti
Fabio
(Eric di Interistiorg.org,che hai conosciuto teeeeeempo fa ad una serata)
poesia... parlerei piuttosto di lavatrice.
Girare costante di acqua, trasportati da una corrente che lava via tutto.
La tensione striscia sulla pelle, resta attaccata alla spugna e con lei le forze si fanno sottili come i veli della danza dei pensieri.
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